La solitudine è un problema di molti giovani: iper connessi ma con un grande vuoto intorno

La solitudine è un problema di molti giovani: iper connessi ma con un grande vuoto intorno

Gli adolescenti hanno un rapporto “speciale” con la solitudine

A 18 anni non si può uscire con la propria madre, neanche se è l’unica persona disponibile in quel momento. Non lo può fare Potes il giovane cantante di Bari molto attivo e seguito sui social e non lo possono fare i ragazzi della sua età che hanno con la solitudine un rapporto “speciale”.

Potremmo dire che la solitudine è un problema di molti giovani di questa generazione che appaiono iper connessi e con un grande vuoto intorno, ma sarebbe una grossolana semplificazione di un tema che è molto presente in adolescenza perlomeno in quella delle ultime generazioni. La solitudine accompagna il percorso evolutivo dalla preadolescenza all’età adulta anche se è un tema molto “caldo” quasi una vergogna per un ragazzo.

Pensiamo a quanto sia importante far parte del gruppo dei “popolari” piuttosto che degli “sfigati” negli anni della scuola media: c’è chi si isola o viene isolato e chi si circonda sempre di compagni e non sta mai da solo. Ad aspetti di facciata opposti spesso corrispondono uguali sentimenti di solitudine

La solitudine è un sentimento tenuto nascosto, una debolezza da non mostrare e fa effetto il gesto di Potes che ammette la difficoltà di socializzare al netto della popolarità

Una popolarità che parte probabilmente dal lockdown quando la necessità di depotenziare un virus ha costretto molti ragazzi all’isolamento, isolamento che per definizione è una minaccia in adolescenza. 

Il perseguimento  dell’autonomia, il consolidamento dell’identità personale, la relativizzazione delle figure genitoriali, vengono perseguiti attraverso un graduale e costante allontanamento fisico e psicologico dalle famiglia. È un percorso che inevitabilmente stimola sentimenti di solitudine visto che ogni aumento dell’autonomia porta con sé un aumento del senso di solitudine. 

Per questo è importante il sostegno dei coetanei che durante il lockdown ha preso strade più virtuali, astratte che non sempre sono ritornate alla normalità alla fine del periodo di restrizioni.

All’impossibilità di sfuggire al ritorno all’indietro tra le mura famigliari ed evadere dalla coercizione ognuno ha reagito a suo modo. …..

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Dimmi che regalo fai e ti dirò chi sei

Dimmi che regalo fai e ti dirò chi sei


Intervista su Fanpage

Natale tempo di regali. Esiste anche una psicologia del dono: ogni regalo che facciamo infatti racconta sempre qualcosa di noi. Ne abbiamo parlato con la psicologa Patrizia

Natale tempo di regali. La scelta di un regalo dice sempre qualcosa di noi, del rapporto che abbiamo con la persona a cui stiamo facendo un dono? 

Sicuramente sì la scelta del regalo dice chi siamo. Attraverso il regalo esprimiamo sicuramente quello chi siamo come anche quello di cui abbiamo bisogno e desideriamo personalmente, tanto che a volte regaliamo oggetti che in realtà vorremmo ricevere. Un regalo può essere impegnativo può manifestare la difficoltà per esempio di esporsi. Se siamo in generale molto sensibili al giudizio degli altri, di chi riceve il nostro regalo, e sentiamo molto il rischio di essere in qualche modo conosciuti riconosciuti e valutati in base alle scelte di regalo che facciamo.

Attraverso il regalo sicuramente esprimiamo il tipo di rapporto che abbiamo con la persona a cui dedichiamo il dono quanto la conosciamo e quanto siamo in sintonia con i suoi bisogni e desideri quindi sicuramente si

C’è chi sceglie di regalare un’esperienza anziché un dono materiale, come un weekend fuori, un massaggio, una giornata in una Spa.

Sì ultimamente sono abbastanza utilizzate le smart box che sono regali più focalizzati sull’esperienza che sull’oggetto è un po’ come dire alla persona di prendersi cura di sé e di prendersi uno spazio di relax, di rallentare un po’ nei ritmi e di volere in qualche modo essere partecipe dell’esperienza che si che si sollecita magari provando sia il piacere di averla regalata sia identificandosi con il piacere che proverà la persona nell’usufruire di quell’esperienza

Chi realizza il regalo a mano? Che messaggio trasmette?

Realizzare un regalo a mano significa sicuramente dedicare del tempo alla persona a cui il regalo è dedicato. Il regalo fatto a mano ha in genere una connotazione maggiormente affettiva, questo dedicare del tempo e fare le cose e con le proprie mani con la propria attività.
spesso è anche n modo per contenere le uscite economiche.

Chi invece sceglie un regalo freddo, un elettrodomestico, un dispositivo tecnologico?

Sicuramente chi sceglie questo tipo di elettrodomestici va molto sulla funzionalità sull’utilità di un regalo. Può avere ugualmente una connotazione molto affettiva se si conosce bene il destinatario e si sa che è un un oggetto di cui effettivamente ha bisogno.

Diversamente rappresenta comunque l’utilità del regalo e perciò espone meno la persona a eventuali valutazioni perché un elettrodomestico può sempre essere utile

Chi opta per un regalo intimo cosa vuole dire alla persona che lo riceverà?

Non so cosa si intende per regalo intimo se pensiamo a un capo intimo di abbigliamento questo sta a significare magari una certa confidenza e intimità con la persona a cui si rivolge il regalo o anche il desiderio di aumentare l’intimità con quella persona in questo caso non è detto che sia ricambiato, anzi potrebbe essere vissuto da chi lo riceve come un eccesso di vicinanza, un’invadenza, una mancanza di sintonia

Ma esiste il regalo perfetto?

In realtà no non esiste il regalo perfetto può essere perfetto per chi lo compra non necessariamente per chi lo riceve. In generale chi cerca il regalo perfetto sta indicare che si ha paura di deludere le aspettative. Se proprio vogliamo, può essere perfetto un regalo che tiene conto dell’effettivo desiderio/bisogno del destinatario. È il regalo fatto pensando a chi lo riceverà e non al valore generale di un oggetto o un’esperienza

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Anna Freud

Anna Freud

Anna è una ragazzina vivace, poco appariscente che non ama stare al centro dell’attenzione.  È incuriosita e affascinata dal lavoro di suo padre, il famoso Sigmund Freud, e si domanda cosa succede nel suo studio il mercoledì pomeriggio.

Riuscirà a realizzare il piano che ha escogitato per scoprirlo?

Anna Freud e il primo volume della collana Piccoli Psicologi in cui l’autrice racconta le avventure dei bambini che diventeranno famosi psicologi in modo semplice ma di contenuto, per avvicinare anche i più giovani ai misteri della psicologia

Anna Freud

Autrice Patrizia Mattioli

Illustratrice Mara Angelilli

ISBN: 9791221443349

Prezzo: € 17,90

disponibile in tutte le librerie online

Suicida a 24 anni, ingannato da una relazione virtuale: il bisogno d’affetto rende ingenui

Suicida a 24 anni, ingannato da una relazione virtuale: il bisogno d’affetto rende ingenui

Una relazione virtuale fatta solo di messaggi scritti

Daniele si è suicidato un anno fa quando ha capito che la sua relazione virtuale con Irene era finita. Il 6 novembre è stato trovato morto anche l’uomo che si spacciava per lei. Che cosa spinge un ragazzo di 24 anni, di bell’aspetto, a cui sembra non mancare niente, a rimanere in una relazione virtuale per più di un anno e accettare di portare avanti il rapporto solo attraverso messaggi scritti? Che cosa porta un uomo di 64 anni a prendersi gioco di un ragazzo giovane fingendosi prima una ragazza, poi suo fratello, poi un’amica allo scopo di trattenerlo nella sua rete? Un bisogno affettivo.

Per Daniele forse il bisogno di sentirsi come gli altri, di innamorarsi e avere qualcuno per cui contare come anche il bisogno di conferme, di sentirsi adeguato, riconosciuto, amato. Per Roberto forse il bisogno di sentirsi importante, centrale, per qualcuno che lo adora ed è disposto a fare tanto per lui. Il bisogno di avere ilcontrollo che compensi una vita grigia in cui forse non ne ha per niente.

Ha ritardato e rimandato il suo esordio sentimentale a 22/23 anni. Non ha esperienza e si mette online, su social e applicazioni che aiutano le persone a incontrarsi. Una trappola mortale per Daniele. Sarà bastato poco a Irene per coinvolgere Daniele che probabilmente ha sperimentato online sentimenti che appartengono alle prime relazioni importanti: coinvolgimento totale, senso di conferma, di adeguatezza, di accettazione, di appartenenza. Deve aver fantasticato molto Daniele su Irene. Avrà immaginato scenari romantici da realizzare insieme. Deve essersi sentito in qualche modo “speciale”, ed è probabilmente questo che gli ha impedito di valutare più attentamente l’esperienza che stava vivendo.

Il bisogno affettivo misto all’inesperienza rende ingenui, incoscienti, forse superficiali. Le cose sono cambiate quando Daniele ha cominciato a sospettare che la Irene reale fosse ben diversa dalla Irene dei suoi sogni. Ha chiesto spiegazioni e messo l’altra alle strette e ha fatto precipitare le cose. A quel punto Irene/Roberto rischiava di perdere tutto e ha cominciato a difendersi attaccando Daniele distraendolo dai dubbi che gli erano sorti minacciandolo di allontanarsi, fino a realizzare la rottura.

Per Daniele deve essersi infranto tutto il sogno riportandolo a tutti i sentimenti di inadeguatezza e improponibilità che avevano consentito la relazione, con il senso a quel punto di esserne l’unico responsabile. Una delusione e un senso di fallimento troppo forti e assoluti per essere sopportati. Roberto è un uomo grande, che forse è riuscito poco nella vita, che vive in una piccola realtà dove le diversità non sono contemplate.

Se verrà confermata la causa della sua morte come suicidio sarà probabilmente stato motivato dal senso di essere stato scoperto, riconosciuto, dal pericolo di essere perseguitato, di dover mettere in piazza le sue perversioni, le debolezze che lo hanno portato a fingersi una ragazza per avere una relazione (seppur virtuale) con un bel ragazzo e per farsi mandare da lui foto intime. Un rapporto a cui non avrebbe mai potuto accedere nella vita reale e che ha dovuto rubare contando sull’ingenuità e l’inesperienza di Daniele.

Daniele è un bravo ragazzo. Ha completato i suoi studi e lavora già come geometra nella ditta di suo padre. Sembra realizzare un normale percorso di vita, ma non ha amici e non ha mai avuto una ragazza. È come se non si fosse ancora mai affacciato al mondo e alle relazioni sociali, che non si sia ancora messo in gioco. Perché? Dalle informazioni che circolano in televisione e online emerge il profilo di un ragazzo insicuro, che forse non ha un alto senso di proponibilità, che non ha costruito gli strumenti minimi per stare in mezzo ai coetanei e tanto meno per esporsi e proporsi all’altro sesso.

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Come abituarsi al cambio ora: gli effetti dell’ora solare su corpo e mente  continua su: https://www.fanpage.it/stile-e-trend/benessere/come-abituarsi-al-cambio-ora-gli-effetti-dellora-solare-su-corpo-e-mente/ https://www.fanpage.it/

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Domenica si dorme un’ora in più e si torna all’ora solare: degli effetti “collaterali” su corpo e mente ne abbiamo parlato con la psicoterapeuta Patrizia Mattioli.

Si tratta di spostare le lancette soltanto di un’ora, eppure per tantissime persone l’ultima domenica di ottobre è sempre un dramma. Nonostante si guadagni un’ora di sonno, il ritorno all’ora solare, per molti è estremamente sgradito. “Sono probabilmente più sensibili al cambio le persone che sono già provate dai ritmi della vita quotidiana – ha spiegato a Fanpage.it la psicologa e psicotereapeuta Patrizia Mattioli – Per loro il cambio dell’ora rappresenta la goccia che fa traboccare il vaso”.

Gli effetti del cambio ora sul sonno

Con l’ora solare si dorme di più, le lancette si spostano all’indietro e si recupera un’ora di luce al mattino. Ma cambiano i nostri rimi circadiani, ovvero il nostro orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo. “I ritmi circadiani consistono proprio nell’alternanza di sonno e veglia nell’arco delle 24 ore. E possono essere necessari alcuni giorni affinché il nostro orologio interno si adatti al nuovo orario” spiega Mattioli. Non sorprendiamoci allora se andiamo incontro a qualche disturbo del sonno

dopo il cambio ora: si tratta di un evento assolutamente normale dovuto proprio all’impatto di quell’ora “guadagnata” sui nostri ritmi circadiani.

Le conseguenze del cambio ora sul corpo

Oltre a causare problemi con il sonno, il ritorno all’ora solare può provocare anche degli effetti collaterali sul corpo, come la cefalea o una maggiore stanchezza. “Molte conseguenze del cambio d’ora come spossatezza, affaticamento, irritabilità e malumore, sono fisiologiche e legate al brusco cambiamento. Ma nella maggior parte dei casi sono spesso di lieve entità e si attenuano fino a scomparire con l’avanzare delle settimane, man mano che ci si riadatta al nuovo orario” chiarisce Mattioli.

Gli effetti del cambio ora su mente e umore

Il cambio dell’ora influisce moltissimo anche sull’umore, tendenzialmente peggiorandolo. “L’ora solare si va a inserire nel nostro modo di vivere, che è già abbastanza stressante fatto di una routine poco rispettosa dei ritmi umani più basilari, ma le reazioni dipendono molto da come ci trovano, da quanto siamo in equilibrio in quel preciso momento”. Le reazioni sono diverse non solo da persona a persona, ma si può essere anche diversi da sé stessi con il passare degli anni. “Per molti spostare le lancette in avanti (quando c’è il passaggio all’ora legale) genera un miglioramento netto del tono dell’umore perché quell’ora di luce in più la sera ha un effetto molto positivo (anche se stancante visto che si dorme un’ora in meno) e toglierla ha il suo effetto opposto, per altro le giornate sono già più brevi e tornare indietro di un’ora dà l’impressione di ritrovarsi ancora più al buio e in qualche modo sentirsi catapultati nell’inattività”. La riduzione dell’esposizione alla luce solare infatti influenza moltissimo il nostro stato d’animo. “Il ritmo circadiano si regola proprio con la luce del giorno e il buio della notte ed il ritmo sonno veglia è anche quello che regola il difficile equilibrio degli ormoni”. Pensiamo a chi esce per andare a lavorare al mattino presto quando ancora non è sorto il sole e rientra che è già buio. “Alzarsi presto, attivarsi prima del resto della natura, senza luce solare, e uscire quando non è ancora sorto il sole è più faticoso per il corpo. La luce del mattino è preziosa per innescare i ritmi naturali del corpo e influisce ovviamente anche sull’umore”. Poi ogni persona, a seconda dello stato psicologico e fisiologico in corso, può reagire in modo molto diverso. “Chi trae giovamento dall’ora legale, può vivere peggio il ripristino dell’ora solare e il contrario vale per chi invece l’ora legale la subisce. Anche qui vale molto il momento di vita personale. In generale andare verso la stagione invernale significa meno vita all’aperto, meno luce, meno uscite e vita sociale e questo può avere una ripercussione maggiore in chi attraversa un momento di maggiore fragilità, di maggiore sensibilità o ha già una flessione dell’umore per altri motivi, in chi insomma è già in un momento di vita più critico – continua Mattioli – “D’altra parte molti amano l’autunno anche per questo, per le sue caratteristiche perché rallenta tutto, spegne in qualche modo il calore dell’estate, ci autorizza a rintanarci e godere della comodità casalinga, e quell’ora di sonno rubata che ritorna è molto gradita”.

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