Delusioni d’amore? #VoltaPagina – Capitolo II

Delusioni d’amore? #VoltaPagina – Capitolo II

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Delusioni d’amore? #VoltaPagina – Capitolo II

Le relazioni sentimentali sono una delle aree in cui la probabilità dell’emergenza emotiva è alta. Siamo tutti d’accordo sul fatto che una relazione che si chiude provoca emozioni forti, siamo meno consapevoli del fatto che reazioni emotive intense, positive e negative, accompagnano tutto l’andamento delle relazioni, come diceva J.Bowlby, le più forti emozioni l’essere umano le prova mentre è impegnato nella costruzione, nel mantenimento o nella rottura di un legame affettivo.
Quando le emozioni sono troppo forti e inaspettate, le reazioni più istintive sono l’evitamento e la fuga: che possono essere messi in vario modo.
Può capitare che i fatti accadano all’improvviso e l’individuo non sia in grado di farsene una ragione e collegarli alle vicende precedenti.
E’ il caso per esempio di chi subisce una separazione di coppia che gli risulta particolarmente inaspettata e di cui non ha condiviso con il partner il percorso e non sa come ci siano arrivati.
Gli eventi possono risultare talmente lontani da sé, da far ricorso a scenari coerenti di risoluzione, per esempio maghi cartomanti, veggenti, nel tentativo estremo di recuperare un controllo sulla situazione. Si può sperare di convincere il partner, attraverso soluzioni magiche, a tornare a sua insaputa, o si possono anche solo avere informazioni su di lui/lei o farsi leggere un futuro che risulta quanto mai imprevedibile.
E’ la prova della predisposizione umana al pensiero magico, quella forma di pensiero che caratterizza il funzionamento cognitivo infantile e che non viene mai abbandonato del tutto ma sopravvive nel pensiero adulto in forme e intensità diverse – certe forme di superstizione che ognuno di noi ha lo confermano – e viene fuori quando si ha particolare difficoltà a trovare nessi di causa-effetto negli avvenimenti.
C’è chi sostiene che una certa dose di pensiero magico sia necessaria per apprezzare i piaceri della vita, che il pensiero totalmente magico e quello per niente magico siano ugualmente dannosi per il benessere della persona.

Non conosco coppie che si sono riconciliate grazie alla magia, forse ce ne sono .In ogni caso dal punto di vista psicologico dobbiamo considerare che sicuramente il ricorso alla magia e al pensiero magico non aiutano la persona a costruire un significato per le cose che gli sono successe, né che ruolo può avere avuto al riguardo. Riconoscere di aver avuto un ruolo è l’unico modo per recuperare una forma di controllo e di prevedibilità sulle cose.
Inoltre, al di là del fatto che la magia possa aiutare o meno, le soluzioni esterne alla persona non favoriscono la crescita personale, ne l’acquisizione di strumenti efficaci per il mantenimento di una adeguata reciprocità nella ripristinata (?) coppia. #VoltaPagina

E’ un periodaccio? #VoltaPagina Capitolo I.  Lo stress

E’ un periodaccio? #VoltaPagina Capitolo I. Lo stress

La stretta convivenza che impone una societa moderna con i suoi ritmi non personalizzati, sono in grado da soli di generare quegli stati di attivazione che chiamiamo stress. Inevitabilmente si aggiungono le vicende personali della vita e ci si ritrova frustrati e insoddisfatti, magari in percorsi diversi da quelli che si sarebbero voluti, senza essere in grado di risalirne le origini. L’organismo risponde in maniera adattativa, attraverso la sofferenza psicologica segnala il problema.
La presa di consapevolezza del proprio disagio psicologico e la ricerca di una soluzione adeguata sono passaggi non facili.. Certe emozioni si manifestano in maniera subdola, innescate da eventi a cui magari non abbiamo dato la giusta rilevanza così la consapevolezza arriva quando la sofferenza è conclamata e non si è più in grado di risalirne le origini.
Spesso il disagio rientra spontaneamente, altre volte le cose si complicano e bisogna rivolgersi a qualcuno. Lo psicologo è in genere l’ultimo specialista a cui ci si rivolge anche se la sofferenza psicologica è proprio il suo ambito di intervento.
Dello psicologo si ha spesso paura, c’è diffidenza nei confronti della cura basata solo sulla parola, nonostante le ricerche scientifiche abbiano dimostrato che la “cura parlata” crea cambiamenti quanto la cura chimica. Si ritiene che se si tratta solo di parlare allora lo si può fare con un amico o un parente o un sacerdote, il che non è del tutto sbagliato, basterebbe che l’amico o chi per lui, usasse le parole in maniera strategica come lo fa uno psicologo..
Lo psicologo è visto come un potenziale pericolo, per la temuta capacità di guardare dentro, di annullare la volontà, manipolare a suo piacimento e ridurre le persone a una dipendenza frustrante.
Molti cercano una diagnosi per i propri sintomi in internet, nella convinzione che saper dare un nome alla propria sofferenza la renda automaticamente più controllabile.
E’ tutto plausibile, ma quando il disagio emotivo arriva a interferire con le attività quotidiane e a minare la qualità delle relazioni affettive è meglio rivolgersi a uno specialista a qualcuno che aiuti a vedere le cose da un altro punto di vista, a recuperare le risorse interiori e creare modalità più costruttive di affrontare la realtà.
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