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img_0887Coppia: i conflitti sulle banalità

A tutti capita di vivere conflitti di coppia, attraversare periodi nella vita di coppia, in cui si litiga in continuazione e su apparenti banalità: dove hai messo le chiavi della macchina? A che ora torni? Chi compra il latte? Che facciamo stasera?

Nei conflitti sulle banalità c’è tutto il nostro mondo e tutto il mondo della coppia. I sentimenti che innescano i bisticci quotidiani, sono gli stessi che accompagnano i confronti sulle grandi decisioni o la reazione ai comportamenti del partner.

Nei momenti di conflitto ognuno ha difficoltà a riconoscere come leciti i bisogni dell’altro e il senso di appartenenza si incrina.

A volte è necessario l’intervento di un terzo soggetto per riuscire a ritrovare una reciprocità, per prendere consapevolezza dei meccanismi attraverso i quali ci si allontana o di come ci si riavvicina.

I disaccordi in generale stimolano stati d’animo che se non vengono elaborati – cioè riempiti di significato, distinti in proporzione tra la parte emozionale che ci si riconosce anche in altre aree della vita e che perciò rappresenta una sensibilità personale, e quella invece stimolata dall’atteggiamento del partner – vanno ad aumentare la sensibilità personale a certi fatti al punto che ogni evento futuro potrebbe essere valutato alla luce di quella sensibilità e non importa se si parlerà di questioni importanti o di come si usa il tubetto del dentifricio, l’aspetto principale diventerà la ridefinizione o la messa alla prova della relazione e non il contenuto della discussione.

Se lui o lei ha fatto qualcosa che ci ha fatto sentire per esempio trascurati, lo stesso sentimento emergerà se si è dimenticato/a di comprare il latte o di fare qualcosa che gli abbiamo chiesto.

Uno sguardo, una distrazione, una parola, basteranno ad attivare o meglio riattivare i più svariati sentimenti di trascuratezza, responsabilità, inadeguatezza, insicurezza, rifiuto… che a seconda delle caratteristiche personali potranno essere attribuiti alla sensibilità o ai difetti personali o all’atteggiamento del partner.

L’attribuzione a sé può generare cadute dell’umore, così come l’attribuzione all’altro può generare irritazione e rabbia, anche se non possiamo in verità mai realmente attribuire le nostre reazioni emotive completamente a noi stessi o all’altro: Esse sono il risultato del nostro modo di essere che si attiva allo stimolo del partner ma non dipende completamente da lui.

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