Secondo un recente sondaggio realizzato da Eurodap per Adnkronos Salute molti giovanissimi, ragazzi e ragazze, hanno reagito al lockdown focalizzando l’attenzione sul corpo e sulla forma fisica, sottoponendosi ad estenuanti allenamenti accompagnati dal controllo ossessivo di proteine in alcuni casi, e calorie da assumere in altri, per favorire rispettivamente l’aumento di massa muscolare e la magrezza.
Forse non sono atteggiamenti così inaspettati considerando la fase evolutiva di cui si parla. L’isolamento del lockdown ha messo a dura prova gli equilibri personali, ancora di più per chi, adolescente, un equilibrio non ce l’ha per definizione. Stati d’ansia, pensieri intrusivi, insonnia, irritabilità sono solo alcune delle manifestazioni che hanno caratterizzato il periodo di restrizione sociale e in molti casi permangono anche ora, dopo la riapertura.
L’adattamento è stato ed è sicuramente difficile per i giovanissimi che hanno dovuto rinunciare, per un periodo interminabile, a elementi centrali per il perseguimento del proprio percorso di autonomia: l’allontanamento dalla famiglia e il rapporto con i coetanei.
È noto che l’adolescenza rappresenta un momento cruciale nella costruzione dell’identità personale, per i cambiamenti rapidi e vistosi che la caratterizzano, per la difficoltà a maneggiare le nuove capacità cognitive e riflessive e a gestire l’oscillazione tra spinta all’autonomia e mantenimento dell’attaccamento. In questa oscillazione si inserisce il rapporto con i coetanei a sostegno del momento di transizione e se i coetanei sono troppo lontani viene a mancare un riferimento importante. Il virtuale con tutti i suoi social da solo non basta a soddisfare il bisogno di rapporti sociali reali di questo momento di crescita.