Maturità: una porta da chiudersi alle spalle

Maturità: una porta da chiudersi alle spalle

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Maturità: una porta da chiudersi alle spalle

Molti ritengono che siano inutili e costosi, che se oltre il 99% degli esaminandi viene promosso significa che non misurano nulla. Penso comunque che siano uno dei pochi riti di passaggio rimasti a separare la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Sono d’accordo con chi difende il senso e il ruolo degli esami di maturità.

Gli studenti li considerano comunque un ostacolo da superare che affrontano con grande preoccupazione, a dispetto delle statistiche. Per alcuni è la fine di un periodo su cui non vogliono soffermarsi né trattenersi un minuto di più. Per Luisa è la fine di un brutto periodo, soprattutto a partire dal quarto anno. Vuole lasciarsi alle spalle la scuola, gli insegnanti, i compagni, soprattutto vuole lasciarsi alle spalle Enrico. Da quando si sono lasciati, o meglio da quando lui si è allontanato la sua vita è cambiata, è diventata meno allegra e molto più complicata. Quando Enrico le ha detto che non voleva più una storia fissa Luisa è caduta dalle nuvole. Forse si era distratta per qualche tempo perché le valutazioni intermedie non erano buone perciò si era dedicata allo studio e si erano visti meno, ma non aveva idea che lui si stesse allontanando. Le prime settimane erano state dure non riusciva a credere che dopo due anni la loro storia fosse finita così. Non sapeva darsi una spiegazione, aveva cominciato a non mangiare. All’inizio per il dispiacere aveva lo stomaco chiuso, poi vedersi più magra le aveva dato l’impressione di avere un maggiore controllo sulle cose, anche su Enrico, magari era per il suo aspetto fisico che si era allontanato….

A 18 anni è difficile elaborare un distacco per di più non voluto, senza intaccare la propria autostima e il proprio senso di proponibilità, è come se dentro di sé Luisa si dicesse: “se mi ha lasciato deve dipendere da me, da qualche mio difetto fondamentale, dal mio aspetto fisico, non troverò nessun altro,….” Per la verità non è mai facile elaborare una chiusura, ma da adolescenti si hanno meno strumenti e le esperienze fatte sono poche, ci si gioca la propria proponibilità ogni volta.

Gli esami possono rappresentare per Luisa la via di fuga da tutti i sentimenti negativi che hanno accompagnato gli ultimi due anni: il dispiacere per la fine, la frustrazione per il doverlo incontrare tutte le mattine. Che non stesse in classe sua era già tanto ma lo incontrava comunque che magari scherzava con altre ragazze, una sofferenza continua. Aveva passato buona parte del quinto anno a cercare di riconquistarlo e stava per giocarsi l’anno per questo, poi aveva capito che la scuola era il suo futuro e non poteva trascurarla così. Aveva ricominciato a studiare, anche la notte per recuperare. È stata ammessa agli esami e questo è già un traguardo, ma con Enrico non è riuscita a fare di più e allora vuole lasciarsi tutto alle spalle: tutti i sentimenti di inadeguatezza, di impotenza, di frustrazione, di fallimento, come se li potesse identificare con la scuola, come se fossero legati al luogo e lì potessero rimanere…

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Maturità, notti insonni prima degli esami. Soluzioni?

Maturità, notti insonni prima degli esami. Soluzioni?

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La scuola è finita, ma non per Giorgia che fa il quinto e quest’anno ha gli esami di maturità. La cosa la preoccupa non poco. E’ dall’inizio del liceo che pensa a questo momento e dall’inizio dell’anno scolastico il pensiero è diventato ossessivo, con tutti gli accessori di ansia, rigidità, insonnia, che se all’inizio dell’anno erano sporadici ora sono quotidiani. Si sveglia già stanca e le sue capacità di apprendere sono prossime allo zero, ricorda poco di quello che legge e deve tornare continuamente sullo stesso argomento.

L’esame di maturità è un passaggio importante che rimane impresso nella memoria per le forti emozioni che lo accompagnano e Giorgia lo conferma. Di solito prevale la paura: una grande preoccupazione per alcuni, una forte ansia per altri, panico per altri ancora.

Gli esami di maturità sono un vero banco di prova per la tenuta emotiva personale.

Una certa dose di ansia è fisiologica e necessaria per stimolare lo studio. Superata una certa soglia però non ha più la funzione di stimolo e si trasforma in ostacolo.

Quando succede, spesso è perché la prova reale e magari anche il suo significato simbolico di passaggio all’età adulta, sono percepiti come fuori dalla propria portata, irraggiungibili, con pochi strumenti per affrontarli. Oltre naturalmente al pensiero per ciò che si pensa di lasciare, e per gli scenari che si hanno per il futuro. L’esame si inserisce nello spazio tra una vita scolastica scandita da precisi ritmi quotidiani, fatti di compiti e interrogazioni, e qualcosa di meno ritmato e definito, un salto nel buio per chi non ha ancora le idee chiare.

Giorgia in verità uno scenario futuro ce l’ha, farà l’università perché vuole diventare insegnante. Il suo problema è forse quello di non essersi mai messa troppo alla prova: suo padre è molto protettivo e sua madre è molto ansiosa (all’epoca ha interrotto gli studi per evitare gli esami), non sa come aiutare la figlia, entra troppo in empatia con lei. Per Giorgia perciò già affrontare l’esame sarà un grande risultato. I suoi genitori possono sostenerla semplicemente standole vicino, magari cercando di tenere a bada le proprie preoccupazioni, il resto lo deve fare da sola.

In generale si può fare qualcosa per sostenere i ragazzi di fronte a queste prove, ma il più lo devono fare da soli.

Possiamo parlare con loro se ne hanno voglia e aiutarli a ridimensionare la portata, a tenere conto del percorso fatto finora e che la maturità se la sono già quasi conquistata. Magari non sottolineare l’irrazionalità della paura, la sanno riconoscere da soli, solo che se non sono in grado di contenerla, possiamo aiutarli a pensare al dopo, o a immaginare un dopo se ancora non lo hanno fatto, questo darà all’esame una dimensione più temporanea, più relativa.

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