Ludopatia, gli italiani spendono più di 100 miliardi nel gioco d’azzardo. Quando una crisi diventa sintomo
La ludopatia, come altre forme di dipendenza (web addiction, droga, alcol) è un problema sociale che ha sul piano psicologico individuale la funzione apparente di risolvere le problematiche emotive dell’individuo che ne soffre. Mentre gioca (o si droga, o beve, o naviga compulsivamente in Internet), egli ha l’impressione di liberarsi dalle tensioni che lo affliggono nella quotidianità. Per la durata del gioco sembrano sospesi tutti i problemi. La persona ha l’illusione di sfuggire al proprio malessere di fondo, senza rendersi conto che il suo stato d’animo alla fine del comportamento di gioco (o di assunzione di droghe, o di alcol), è lo stesso se non peggiore, di quello che lo precedeva e che il gioco riesce solo a distrarre per un istante effimero dalle questioni di fondo. Allo stesso modo il giocatore non si rende conto che i comportamenti compulsivi a cui si lascia andare, lo porteranno gradualmente proprio verso quei vissuti che cerca da sempre di evitare.
In un oscillare continuo tra illusione e delusione, egli si trova sempre più spesso a scegliere il gioco per evadere dalla quotidianità e perseguire obiettivi sempre più improbabili. Le vincite che in quanto rare e casuali non permettono di fare previsioni, stimolano quello stato di eccitazione che egli cerca continuamente di riprodurre. Sappiamo, infatti, che il rinforzo a un comportamento non è quello puntuale che segue ogni azione corretta ma quello intermittente, casuale, perché l’illusione di una vincita costituisce da sola un rinforzo, anche se la vincita poi non avviene. Chi gioca (o si droga, o beve) tende a ingannare e a ingannarsi, mentendo a se stesso e a chi gli sta intorno, rispetto al proprio comportamento disfunzionale e a ciò che lo sostiene, spesso sentimenti di fallimento reale o vissuto, rispetto ai importanti questioni personali.
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