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Una fase sperimentale

Per i rapporti di coppia l’adolescenza è un periodo di sperimentazione, caratterizzato dalla tendenza a provare e riprovare, in situazioni in cui per mancanza di esperienza le cose spesso non vanno bene al primo tentativo. Le delusioni sentimentali sono abbastanza frequenti.

Le ragazze entrano in media due anni prima dei ragazzi nella formazione sociale del gruppo e orientano i loro interessi di tipo affettivo e sessuale su ragazzi che hanno qualche anno più di loro.

Partecipare alla vita di gruppo permette di imparare e perfezionare la capacità di mettersi in relazione con coetanei dell’altro sesso e di provare ad entrare in rapporto con loro a vari livelli: dalla conversazione, alla battuta scherzosa, all’attenzione affettuosa, al corteggiamento.

Si comincia a sperimentarli senza esporsi troppo dato che si sta in gruppo.

E’ nel gruppo che di solito nasce il primo rapporto sentimentale, che può intensificarsi fino a che i due formano una coppia fissa che si frequenta anche al di fuori del gruppo. Spesso l’esperienza è fatta insieme a un’altra coppia, i quattro decidono di ritrovarsi per stare insieme al cinema o per fare una gita, con la possibilità per le coppie poi di isolarsi, ma di tornare a fare gruppo se durante l’esperienza a due uno dei membri della coppia si trova in imbarazzo o in ansia e non riesce a fronteggiarli.

L’innamoramento

In questo periodo un importante momento preparatorio del processo di apprendimento sociale che stiamo descrivendo è costituito dal sognare e fantasticare sulla persona verso cui ci si sente attratti e nel guardwarla.

La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze durante il tempo libero frequenta luoghi dove è più facile incontrare coetanei dell’altro sesso.

Ci sono luoghi dove il comportamento di approccio deve essere più esplicito, come i pub o le discoteche, situazioni dove l’approccio è più facile, come ad esempio nella squadra sportiva o nel gruppo, e luoghi in cui i contatti avvengono in modo quasi automatico, come a scuola.

Il primo approccio

Al primo approccio, tendenzialmente ci si aspetta che sia il ragazzo ad avvicinarsi, soprattutto nei pub o nelle discoteche, nei luoghi cioè più impersonali, anche se alcuni di loro, quelli che magari hanno un po’ più di paura a fare il primo passo, apprezzano che sia la ragazza ad avvicinarsi.

Alcuni ragazzi sentono particolarmente il peso del dover prendere l’iniziativa, hanno paura di non essere all’altezza, pensano che ci si aspetti molto da loro e possono reagire a queste pressioni manifestando atteggiamento bruschi. E’ un modo per superare l’imbarazzo e la vergogna.

Le tecnologie oggi intervengono in aiuto di questi ragazzi. Creano gruppi su whatsapp a cui sono sempre collegati. C’è un parallelismo dei gruppi che costruiscono e che frequentano nel mondo virtuale, con la frequentazione del gruppo reale. C’è un’affinità dei gruppi virtuali con i vecchi luoghi di ritrovo, per esempio la comitiva. Chi ha più difficoltà nel mondo reale può mettersi in contatto con la persona che interessa su whatsapp, esporsi di più e riuscire a fare dichiarazioni che di persona non riesce a fare, entrare in una maggiore intimità.

Il limite e le difficoltà personali però rimangano e quando ci si incontra non si riesce a mantenere lo stesso livello di intimità, così spesso queste relazioni non diventano reali, ma iniziano e finiscono su whatsapp o su qualche altro social.

La paura del rifiuto

Alla prime esperienze la paura di sbagliare è alta e si cerca di avere il maggior numero di informazioni sulla probabilità di successo dell’approccio: si cerca costantemente di osservare l’altro per capire se è interessato (se guarda, se si avvicina, se trova pretesti per parlare,….). Si chiede agli amici e ci si fa aiutare da loro: l’amico o l’amica vanno dal ragazzo o dalla ragazza che interessa e fanno da mediatore per scongiurare l’eventualità di un rifiuto che in questo momento peserebbe molto sull’autostima e sul proprio senso di proponibilità. Fare un buco nell’acqua sembra più drammatico (anche se più probabile) la prima volta, quando appunto si cominciano a valutare le proprie capacità di entrare in relazione con l’altro sesso, che non dopo, se e quando qualche successo ha rinforzato la propria autostima.

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