da patrizia mattioli | Mar 3, 2015 | Storia della psicologia
La concezione dell’uomo come elaboratore di informazioni caratterizza il cognitivismo fino agli anni ’70, stimolando ricerche sperimentali su modelli di funzionamento mentale sempre più sofisticati.
Negli anni ’70 comincia a farsi strada tra i cognitivisti una seconda concezione detta ecologica. Secondo l’impostazione ecologica è riduttivo considerare l’uomo come elaboratore di informazioni senza tenere conto delle relazioni che l’individuo intrattiene con l’ambiente esterno sia fisico che sociale. L’analogia con l’elaboratore elettronico ha portato a lavorare sempre di più sugli esperimenti in laboratorio, perdendo di vista quello che è il rapporto dell’uomo con il mondo esterno nella vita quotidiana. L’uomo è sì un elaboratore di informazioni ma va considerato sempre all’interno del suo ambiente perché è lì che acquisisce e elabora ed è lì che poi agisce comportandosi (Neisser 1976) .
Sia gli psicologi che aderiscono all’impostazione ecologica che quelli che aderiscono alla concezione dell’elaborazione umana dell’informazione (oggi chiamata scienza cognitiva) si riconoscono all’interno dell’orientamento cognitivista ed entrambe le concezioni sono tuttora attuali.
Coloro che aderiscono al filone della scienza cognitiva continuano a studiare le diverse funzioni psicologiche (linguaggio, pensiero, percezione, ecc….) attraverso il computer, mentre coloro che aderiscono all’impostazione detta ecologica si preoccupano di costruire teorie della personalità e sviluppare forme adeguate di psicoterapia per la cura della sofferenza psichica.
La corda sensibile – R.Magritte
All’interno di questo secondo cognitivismo, orientato più in campo clinico che sperimentale, convivono punti di vista diversi sullo sviluppo e il mantenimento della sofferenza psichica ciò che è comune a tutti è il ritenere che la sofferenza o la salute psichica, siano in stretta relazione con il bagaglio di conoscenza di cui dispone l’individuo.
Per conoscenza si intende il modo in cui l’individuo entra in rapporto con se stesso e con l’ambiente che lo circonda e il significato che in relazione a questo attribuisce alle proprie emozioni e agli stimoli ambientali.
La conoscenza non coincide necessariamente con la consapevolezza e può essere attiva in un determinato momento solo in maniera inconsapevole o automatica. Per questo i cognitivisti parlano di sistema profondo di significati e attribuiscono importanza ai processi attraverso i quali la conoscenza viene elaborata.
Data la quantità e diversità dei punti di vista (si parla oggi di circa venti forme diverse di terapia cognitiva), accennerò soltanto ai momenti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo in generale e ai principali orientamenti del cognitivismo clinico italiano.
(segue)
da patrizia mattioli | Giu 27, 2013 | Storia della psicologia
wundt-research-group
Le origini della psicologia moderna sono molto antiche. L’uomo si è sempre chiesto il perché dei propri comportamenti e le domande che ci poniamo oggi non sono diverse da quelle che si ponevano molti anni fa.
Per alcuni storici la psicologia moderna deve il suo ingresso nel gruppo delle discipline scientifiche all’introduzione del metodo sperimentale, cioè della ricerca sistematica in laboratorio, per questo motivo la data di nascita della psicologia moderna viene fatta coincidere con la fondazione del primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia nel 1879, ad opera del neurofisiologo tedesco Wilhelm Wundt. Le radici filosofiche della psicologia avrebbero reso necessario alla nuova disciplina difendere la propria individualità e autonomia dalla filosofia al punto da esaltare il significato dell’apertura del laboratorio di Wundt.
Secondo altri storici invece, la nascita della psicologia moderna non è data dalla semplice decisione di studiare il comportamento umano in laboratorio, ma è il risultato di un processo lungo e faticoso, risultato possibile solo grazie al confluire di più discipline ormai riconosciute , come la fisiologia e l’astronomia, (oltre naturalmente alla filosofia), su questioni teoriche poi affrontate dai primi psicologi sperimentali.
La psicologia come scienza è in effetti in ritardo di almeno duecento anni rispetto alla scienza moderna.
Come mai questo ritardo?
Nel pensiero greco erano già presenti le premesse per uno studio scientifico della psiche. Si dava già importanza ai rapporti esistenti tra aspetti biologici, psichici e sociali nella determinazione del comportamento.
G.T. Fechner
Se il pensiero romano non aveva raccolto questa possibilità, è soprattutto il pensiero medioevale cristiano a stravolgere la prospettiva ponendo il veto sullo studio dell’uomo in quanto creatura di Dio e non facente parte della natura. Per molti secoli saranno vietati gli studi di anatomia (pena la scomunica o il rogo) e non si potrà parlare di studio dell’anima dal momento che questa discende direttamente da Dio.
Si dovrà aspettare il Diciassettesimo secolo per trovare le condizioni che renderanno di nuovo possibile lo studio dell’uomo.
Con Cartesio, che distingue il corpo dallo spirito, è possibile ricominciare a studiare il corpo umano nella sua anatomia e fisiologia; rimane invece immutato il divieto per lo studio del pensiero che viene ancora lasciato alle speculazioni filosofiche condizionate comunque dal pensiero religioso.
Solo successivamente, quando gli empiristi inglesi e gli ideologi francesi dimostreranno che è possibile studiare i processi e le funzioni dell’anima senza preoccuparsi della sua essenza, verrà ricomposta l’unità dell’uomo e verrà spostata l’attenzione dalle speculazioni astratte ai fatti che verranno finalmente studiati con spirito scientifico.
J.F.Herbart
E’ in Germania, dove prima il filosofo Johann Friedrich Herbart (1776-1841) poi il fisico Gustav T. Fechner (1801-1887) dimostrano come sia possibile lo studio matematico e la misurazione dei processi mentali, che si potranno stabilire le condizioni per la nascita della psicologia scientifica.
(segue)
da patrizia mattioli | Ott 16, 2012 | Recensioni
Itinerario di Psicologia
Itinerario di Psicologia
“Itinerario di Psicologia” edito da “L’idea.Il giornale di Pensiero” di Roma alla fine del 2008, è un viaggio, un dei tanti possibili itinerari, nel mondo della psicologia.
Il percorso scelto è determinato dall’obiettivo di fornire al lettore le basi da cui partire per la comprensione dei temi psicologici.
Ritenendo importante spiegare quale fosse la distinzione tra le diverse discipline che si occupano di salute mentale, l’Autrice ha dedicato le prime pagine all’approfondimento dei campi di intervento della psicologia, della psicoanalisi, della psichiatria e della psicoterapia. Per lo stesso motivo ha dedicato uno spazio al momento della nascita della psciologia come scienza e al susseguirsi delle scuole di pensiero che si sono sviluppate da allora fino alla fine del ‘900, spazio necessario per favorire la comprensione di concetti che pur avendo lo stesso nome, come per esempio inconscio e coscienza, assumono significati diversi se visti in un’ottica psicoanalitica o in un’ottica cognitivista.
Il saggio è scritto in maniera semplice pensando soprattutto agli studenti della scuola superiore, a cui il libro è dedicato, ma può essere apprezzato anche da adulti che vogliono avvicinarsi alla materia.
Il libro si compone di due parti più la parte introduttiva che riassume i presupposti scientifico-culturali che hanno favorito la nascita della psicologia.
Nella prima parte si ripercorre la storia della psicologia a partire dalle grandi scuole di pensiero della fine del diciannovesimo secolo, passando per la psicoanalisi, il comportamentismo, l’epistemologia genetica, il cognitivismo e la teoria dell’attaccamento a cui è dedicato uno spazio più ampio dal momento che la scoperta del ruolo delle prime relazione di attaccamento nello sviluppo della sofferenza psicologica è stato uno dei capitoli più importanti della psicologia.
Nella seconda parte vengono affrontati argomenti che attirano forse maggiore interesse nel lettore e quindi l’identità personale, l’autostima, le emozioni, le relazioni sentimentale, i sogni tutti temi in cui ognuno può ritrovare qualche esperienza personale.
Per la semplicità e la chiarezza con cui vengono approfronditi i temi (l’epistemologia genetica e le organizzazioni di significato personale tanto per citarne alcuni), il testo si pone a metà tra la stampa più divulgativa e quella più specialistica del settore.
Acquista i miei libri