Le Emozioni – Impariamo a conoscerle

L'albero - Gustav Klimt

L’albero – Gustav Klimt

 

Che cosa sono le emozioni?

Le emozioni sono reazioni affettive intense, provocate da stimoli interni o esterni all’organismo, caratterizzate da una fase acuta e di breve durata. Esse rientrano nel più ampio gruppo di stati psicologici denominato affetti tutte le emozioni sono affetti ma non tutti gli affetti sono emozioni – per esempio l’umore è uno stato affettivo di scarsa intensità che tende a perdurare nel tempo e per il quale è più difficile risalire alle cause che lo hanno determinato.

Ogni emozione è accompagnata da reazioni fisiologiche, espressioni facciali e comportamenti abbastanza caratteristici che la rendono riconoscibile anche dall’esterno. Così è facile per chi ci circonda capire se stiamo provando gioia, paura, rabbia o altro.

La psicologia del senso comune riteneva, e in parte ritiene tuttora, che le emozioni fossero contrapposte alla razionalità come se la psiche potesse essere scomposta in due parti: una positiva e razionale in cui operano la coscienza, il linguaggio e la ragione e una negativa e irrazionale in cui le emozioni e l’impulsività hanno il sopravvento. Si riteneva inoltre che le emozioni avessero un corso automatico, al di fuori della volontà dell’individuo, che fossero insomma qualcosa di scomodo, oltre che sgradevole, che era meglio reprimere.

Gli studi più recenti, di orientamento prevalentemente cognitivista, hanno elaborato punti di vista diversi.

In un primo tempo le emozioni sono state considerate come l’immediata conseguenza dell’elaborazione cognitiva della situazione vissuta dal soggetto (per esempio il trovarsi di fronte a un leone può essere valutato diversamente da una persona comune – che vi identificherà probabilmente un pericolo e proverà paura – rispetto a un domatore di leoni – che potrà valutarla come un’esperienza alla sua portata e proverà forse una qualche forma di eccitazione – e suscitare emozioni diverse in ognuno di loro), quindi come rilevanti nella regolazione del comportamento dell’individuo (ad esempio del comportamento di fuga).

Più di recente è stata sottolineata la stretta relazione che esiste tra emozioni e pensieri, non considerando però questi ultimi come determinanti nello sviluppo delle emozioni. Secondo questa posizione, le emozioni sono processi complessi che interagiscono con i processi cognitivi ma non sono necessariamente originati da questi, anzi alcune emozioni considerate fondamentali (la paura, la tristezza, la rabbia, la sorpresa, la gioia) sono probabilmente innate.

In quest’ottica le emozioni (e non la valutazione cognitiva) svolgono funzioni di adattamento sia per l’individuo che per la specie. Sul piano individuale l’emozione, per definizione intensa e perturbante, interrompe il corso dei pensieri (e/o delle azioni) della persona che la prova e ri-orienta la sua attenzione. Un’emozione di paura per esempio, informa della presenza di un pericolo ancora prima che la persona sia in grado di valutarlo cognitivamente.

L e emozioni considerate fondamentali come la paura, la rabbia, la tristezza, servono a proteggere/perseguire gli scopi evolutivi più semplici come mantenere i legami affettivi con le figure di attaccamento o segnalare pericoli e difendersi da essi e appartengono anche ad altre specie viventi. Altre emozioni considerate complesse, come la vergogna, la gelosia, l’invidia o il disprezzo appartengono agli organismi più evoluti e servono a proteggere/perseguire gli scopi legati all’autoconsapevolezza e all’immagine di sé (per esempio la stima e l’autostima).

Ad ogni emozione corrisponde un vissuto soggettivo del tutto personale e, come abbiamo detto, un’espressione del viso e un comportamento tipici, che permettono a chi ci sta intorno di riconoscere l’emozione che stiamo provando. Le emozioni servono perciò anche a conoscersi. Conoscere le emozioni di una persona sembra il sistema più rapido e affidabile per avere informazioni su di lei. Questo perché il linguaggio delle emozioni è involontario e perciò considerato sincero, immediato, e ha un significato indipendente dalle parole, quindi universale. Una diretta conseguenza di questo è che attraverso le emozioni che proviamo forniamo agli altri, nostro malgrado, anche informazioni scomode. Per questo, quando non ci si vuole far conoscere troppo, o se non si vogliono mostrare i propri punti deboli, si cerca di nascondere (per quanto è possibile) le proprie emozioni.

Le emozioni sono esperienze molto importanti della nostra vita: ci aiutano ad affrontare momenti particolari, ci permettono di comunicare con gli altri, di conoscerli e di farci conoscere. Possono essere piacevoli o spiacevoli ma in ogni caso danno senso e colore alla vita.

da: Itinerario di Psicologia