I primi rapporti sentimentali – III° Parte

I primi rapporti sentimentali – III° Parte

Peanuts

 (segue)

La scelta del partner

Nel periodo adolescenziale la scelta viene fatta soprattutto in base all’aspetto esteriore del partner, che non significa necessariamente o soltanto aspetto fisico: tutti o almeno molti sono attratti dal ragazzo leader o dalla ragazza più carina della classe.

Essendo un periodo di grandi insicurezze, proprio perché caratterizzato dalla sperimentazione su tanti campi sociali, la convalida esterna attraverso le doti pubblicamente riconosciute dell’altro può aiutare a compensare queste insicurezze. Il modo in cui ci vedono gli altri (per esempio come una bella coppia) fornisce un potente senso di conferma sul piano personale.

Rapporti di questo tipo tendono a durare poco e ad essere sostituiti, man a mano che prosegue la maturità, da rapporti con persone che meglio si adattano alle proprie caratteristiche psicologiche personali. Nei rapporti confermanti, è importante che l’altro non sia troppo disponibile. Più è difficile da raggiungere, più risulta confermante.

Il criterio di scelta del partner in base alle sue caratteristiche esterne non deve essere considerato come una forma di immaturità, ma come una fase di crescita, possiamo parlare di immaturità soltanto se si utilizza ancora lo stesso come unico criterio in età più adulta.

I rapporti adolescenziali hanno aspetti positivi e negativi. Quando si sceglie un ragazzo o una ragazza in base alle conferme che il rapporto può fornire agli occhi degli altri (cioè se il rapporto permette di sentirsi considerati perché si sta con una persona che viene considerata), ci si sentirà sempre un pò inadeguati. Se si scelgono continuamente ragazzi o ragazze che fanno apparire straordinari prima o poi ci si sentirà annoiati o frustrati. E allora dopo un pò la storia finisce. Finché durano però non c’è niente di male nel lasciare che un rapporto aiuti a sentirsi più a proprio agio con se stessi mettendo in rilievo pregi che magari non si pensava di avere, alimentando così la propria autostima.

Quindi durante l’adolescenza e la prima giovinezza è più facile che i rapporti siano molti e relativamente brevi e che servano soprattutto a conoscere e maturare e a sapere chi siamo noi in relazione agli altri.

La fine del primo rapporto

I primi rapporti finiscono perché uno dei due trova un altro partner che offre conferme maggiori (per esempio è più bello/bella), oppure perché uno dei due arriva prima alla fase successiva e comincia a desiderare un partner con cui ha più affinità. Quindi succede che uno dei due prenda l’iniziativa e l’altro si trovi in condizioni di subirla senza essere ancora pronto per il passo successivo. In questo caso ne risulta una sofferenza e un senso di disconferma (dal momento che si interrompe contro la sua volontà un rapporto confermante). A questo punto può succedere che la persona lasciata cerchi un altro rapporto confermante che compensi lo smacco subìto oppure che si tenga lontano dai rapporti affettivi, almeno per un pò, per paura di soffrire ancora, oppure che stabilisca un rapporto con un ragazzo o una ragazza che non ha nessuna delle caratteristiche del partner ideale, ma con cui instaura un rapporto affettuoso che in questo modo svolge una funzione terapeutica per la ferita subita. Sono rapporti che durano il tempo necessario a curare la sofferenza.

Non si deve dare troppo peso alla fine dei primi rapporti. Il primo rapporto importante è stato e sarà causa di sofferenza per la maggior parte degli adolescenti. Appena finisce sembra che il resto non abbia più importanza che non si riuscirà più a trovare un altro ragazzo o un’altra ragazza così bello o così bravo o di cui si è così innamorati. L’esperienza ci dimostra poi che non è così.

Il primo amore finisce facilmente per i motivi che abbiamo detto prima e perché, essendo l’inizio della sperimentazione, non tiene conto degli elementi che devono essere presenti in un rapporto per farlo durare che sono prevalentemente quelli di avere in comune interessi, valori, obiettivi, aspettative, stimoli, bisogni.

Il rimanere amici allevia spesso la sofferenza per la fine del rapporto. Il potersi frequentare ancora, consente da una parte di lasciare aperta la strada per una eventuale ripresa del rapporto, dall’altra diminuisce il senso di sofferenza in quanto il distacco non è totale e ciò permette di salvaguardare la propria autostima da penosi sentimenti di rifiuto. Restare amici infine aiuta ad articolare meglio il motivo della rottura. In questo periodo è evidentemente possibile restare amici perché non sono ancora entrati in gioco sentimenti troppo profondi.