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La teoria dell’attaccamento

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Nell’uomo, una caratteristica dell’attaccamento è che tale comportamento viene indirizzato prevalentemente verso un’unica persona privilegiata (figura d’attaccamento), che coincide in genere ma non necessariamente con la madre biologica, la quale risponde alle richieste di aiuto e conforto del bambino con il corrispondente comportamento di accudimento.

La preferenza per una figura d’attaccamento non va intesa in senso assoluto: gli attaccamenti di un bambino piccolo possono essere immaginati come una gerarchia: solitamente, ma non necessariamente, con la madre al vertice, seguita da vicino dal padre (o, raramente, il padre seguito dalla madre), poi i nonni, i fratellini, gli zii e così via.

I bambini piccoli in grado di camminare, sono fortemente inclini a seguire le loro figure di attaccamento ovunque esse vadano. La distanza alla quale il bambino si sente a suo agio dipende da fattori come l’età, il temperamento, la storia dello sviluppo, dal sentirsi affaticato, spaventato o malato, aspetti questi che aumenteranno il comportamento di attaccamento. Separazioni recenti dalla figura di attaccamento (malattia, viaggi, etc….), indurranno una maggiore ricerca di vicinanza.
La consapevolezza di poter contare sulla protezione e il conforto della figura d’attaccamento in caso di necessità, crea uno stato di sicurezza emotiva da cui è possibile partire per l’esplorazione: esplorazione del mondo esterno e del proprio mondo interiore (i propri sentimenti, i propri pensieri).
Infine, la prova migliore della presenza di un legame d’attaccamento è l’osservazione della reazione alla separazione. Bowlby identificò la protesta come la risposta primaria provocata nei bambini dalla separazione dai genitori. Pianto, grida, urla, morsi, calci: questi che sembrano cattivi comportamenti sono la reazione normale alla minaccia del legame di attaccamento e presumibilmente hanno la funzione di cercare di ripararlo e, punendo chi si cura del bambino, di evitare ulteriori separazioni.

Una caratteristica importante dei legami di attaccamento è la loro resistenza anche di fronte a maltrattamenti e punizioni. Nell’esperimento di Harlow, le scimmiette si aggrappavano più forte alle madri di stoffa, anche quando da queste usciva un getto di aria compressa. Questo fatto è solo apparentemente inspiegabile: un fattore stressante (il getto d’aria appunto), stimola il comportamento di attaccamento anche se a fornirlo è la stessa figura che offre protezione.

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