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(segue)

Una volta vicini
Anche un volta che sia stato superato il problema del primo contatto molti ragazzi e molte ragazze si sentono insicuri quando si trovano in compagnia di un coetaneo dell’altro sesso. Pensano di non sapere cosa dire, hanno paura di annoiare, si chiedono se il/la partner lo/la troverà attraente, cosa si aspetta e così via. Così molte delle energie vengono impegnate nel non far vedere questa insicurezza per paura di essere giudicati male, magari presi in giro o derisi. Se uno dei due risponde in maniera indefinita all’approccio non si sa come andare avanti.
Sono incertezze che tendono a diminuire man a mano che si acquisisce maggiore esperienza. Alle prime armi si tende a lasciar perdere interpretando l’incertezza dell’altro come un rifiuto, andando avanti invece si può capire che un’incertezza può significare anche altre cose: che l’altrol’altra non è pronto/a per una storia, oppure che non si aspettava l’approccio in quel momento, che ha bisogno di più tempo, ecc…..
L’appoggio del gruppo di amici è importante, ci si stimola a vicenda, ci si può aiutare per organizzare incontri con la persona che interessa, si può parlare delle proprie esperienze così che ognuno può imparare qualcosa anche dall’esperienza dell’altro e soprattutto ci si può appoggiare così che ad un’esperienza andata male non si dia troppa importanza.

Fino a dove spingersi?
Quando due ragazzi poi cominciano a flirtare si chiedono fino a che punto vogliono spingersi con il partner.
Sia il ragazzo che la ragazza tendono a fare le loro esplorazioni sessuali con partner più grandi, nelle ragazze più facilmente con un partner con cui hanno già un rapporto sentimentale.
La scelta del partner
Nel periodo adolescenziale la scelta viene fatta soprattutto in base all’aspetto esteriore del partner, che non significa necessariamente o soltanto aspetto fisico: tutti o almeno molti sono attratti dal ragazzo leader o dalla ragazza più carina della classe.
Essendo un periodo di grandi insicurezze per tanti motivi, non solo perché caratterizzato dalla sperimentazione su tanti campi sociali, la convalida esterna attraverso le doti pubblicamente riconosciute dell’altro può aiutare a compensare le proprie insicurezze. Il modo in cui si è visti dagli altri (per esempio come una bella coppia) fornisce un potente senso di conferma sul piano personale.
Nei rapporti confermanti, è importante che l’altro non sia troppo disponibile. Più è difficile da raggiungere, più risulta confermante. Rapporti di questo tipo tendono a durare poco e ad essere sostituiti, da rapporti con persone che meglio si adattano alle proprie caratteristiche personali.

Quando si sceglie un ragazzo o una ragazza in base alle conferme che il rapporto può fornire agli occhi degli altri (cioè se il rapporto permette di sentirsi considerati perché si sta con una persona che viene considerata), ci si sentirà sempre un pò inadeguati. Se si scelgono continuamente ragazzi o ragazze che fanno apparire straordinari prima o poi ci si sentirà annoiati o frustrati. E allora dopo un pò la storia finisce. Finché durano però non c’è niente di male nel lasciare che un rapporto aiuti a sentirsi più a proprio agio con se stessi mettendo in rilievo pregi che magari non si pensava di avere, alimentando così la propria autostima.
Perciò durante l’adolescenza e la prima giovinezza è più facile che i rapporti siano molti e relativamente brevi e che servano soprattutto a conoscere e maturare e a sapere chi si è in relazione agli altri.

La fine del primo rapporto
I primi rapporti finiscono perché uno dei due trova un altro partner che offre conferme maggiori (per esempio è più bello/bella), oppure perché uno dei due arriva prima alla fase successiva e comincia a desiderare un partner con cui ha più affinità. Succede che uno dei due prenda l’iniziativa e l’altro si trovi a subirla senza essere ancora pronto per il passo successivo. In questo caso ne risulta una sofferenza e un senso di disconferma. A questo punto la persona lasciata può cercare un altro rapporto confermante che compensi lo smacco subìto oppure che si tenga lontano dai rapporti affettivi, almeno per un pò, per paura di soffrire ancora, oppure che stabilisca un rapporto con un ragazzo o una ragazza che non ha nessuna delle caratteristiche confermanti o del partner ideale, ma con cui instaura un rapporto affettuoso che in questo modo svolge una funzione terapeutica per la ferita subita. Sono rapporti che durano il tempo necessario a curare la sofferenza.
Il primo rapporto importante è stato e sarà causa di sofferenza per la maggior parte degli adolescenti. Appena finisce sembra che il resto non abbia più importanza che non si riuscirà più a trovare un altro ragazzo o un’altra ragazza di cui si è così innamorati. L’esperienza dimostra poi che non è così.

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