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Prima o poi dobbiamo trattare i figli da adulti, quanto siamo preparati a farlo lo capiamo da come viviamo la loro adolescenza.

L’autonomia permessa dall’adolescenza comporta un cambiamento nel rapporto genitori-figlio: inizia un periodo di ricontrattazione dei ruoli e delle relazioni familiari che richiederà diversi anni, alla fine del quale il figlio avrà affermato la sua individualità e i genitori si saranno ripresi la loro vita.
I campi in cui i genitori possono esercitare la propria autorità diventano gradualmente sempre più limitati e sempre più regolati dall’adolescente che li vede sempre più umani e fallibili, dotati di un carattere e di una personalità, ed è forse ora possibile mettersi nei loro panni.

Non sarà sempre possibile evitare conflitti di opinione con loro. I figli cominciano a muoversi in ambienti diversi da quello familiare, a stringere nuove relazioni sociali. Per i genitori significa rinunciare ad essere l’unico modello di riferimento ed accettare (o subire) di essere messi a confronto con altri modelli e di essere visti con occhio critico. Le discussioni risulteranno più complicate se i genitori non saranno sufficientemente flessibili da considerare che quei presupposti sui quali hanno basato per anni il proprio comportamento sono suscettibili di critiche.

La scuola è uno dei campi in cui facilmente si generano conflitti tra genitori e figli. Problemi nel rapporto con i genitori si rifletteranno sull’andamento scolastico.

I conflitti non sono problemi in senso assoluto. Se hanno luogo in un’atmosfera di legame sono piuttosto esperienze di apprendimento in cui i figli imparano ad affrontare i problemi, ad ascoltare, a prendere in considerazione il punto di vista degli altri anche se diverso dal proprio, a trovare soluzioni, e i genitori imparano a conoscere meglio il proprio figlio se strada facendo si sono persi qualche passaggio di crescita, a dare gradualmente più spazio alle sue idee, a prendere atto che la sua individualità inciderà sempre di più sulle decisioni e sugli equilibri familiari.
I conflitti rappresentano invece un problema quando hanno luogo in un’atmosfera di minaccia e ostilità, e non portano ad un confronto ma a ripetuti e inutili scontri. Genitori e figli imparano allora ad evitare i contrasti oppure a porvi fine imponendo più o meno aggressivamente ognuno la propria volontà o subendo infelicemente quella dell’altro.

L’adolescenza dei figli rappresenta un momento delicato anche per i genitori che hanno bisogno di tutto il sostegno possibile per poterla elaborare serenamente. Essi avranno spesso la sensazione di essere stati usati oppure di aver dato il meglio di sé per vedersi inspiegabilmente allontanare,oppure di trovarsi di fronte una persona che gli sembra di non conoscere. Il vuoto che sentono sul piano dell’identità genitoriale, è direttamente proporzionale allo spazio della propria vita che hanno dedicato alla genitorialità, e le scelte autonome del figlio possono inizialmente sembrare un fallimento, piuttosto che un successo, del ruolo educativo svolto fin a quel momento.

comunicascuola.it

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Ora più che mai, ogni messaggio che il genitore manda al figlio, viene da lui percepito attraverso le lenti della considerazione, della fiducia in se e nelle proprie capacità, della stabilità del legame familiare. E poiché i genitori sono sempre importanti come figure di riferimento, i loro umori e i loro giudizi condizioneranno le scelte del giovane predisponendone le direzioni preferenziali (per esempio verso la sicurezza o l’insicurezza, la stabilità o l’instabilità) che egli andrà continuamente a verificare nel mondo esterno.

Se una certa dose di oppositività, di ribellione, di trasgressività, di indefinitezza fanno parte della crescita, quando diventano tratti stabili possono essere la concretizzazione di una difficoltà del figlio a focalizzare e comunicare e di una difficoltà dei genitori ad ascoltare e riconoscere, un problema che sta da un’altra parte. Quando i genitori hanno difficoltà ad ascoltare osservare e riconoscere è perché la loro attenzione è concentrata altrove: a volte in questioni personali, a volte in questioni di coppia. Le incomprensioni nella coppia impediscono di entrare serenamente in relazione con i figli e vengono riversate nel rapporto con loro. A volte si pretende da loro quel consenso, quell’accettazione e quel riconoscimento che non si riesce ad ottenere dal partner.

Se l’autonomia del figlio stimola nei genitori sentimenti di inadeguatezza, incontrollabilità, perdita, insicurezza, questi saranno difficili da affrontare e gestire se non si può contare su un rapporto di coppia sereno e/o sul sostegno di altre figure di riferimento. I messaggi dei figli arrivano dritti al cuore (al sé) e nell’elaborare il colpo spesso si perde quella parte dell’informazione che riguarda proprio loro, i figli.

Che cosa intende dire quel figlio che disprezza e rinnega il mondo adulto? Al genitore può sembrare ingratitudine o accusa di inadeguatezza e, colpito da questi sentimenti può reagire con rabbia, tristezza o assumere atteggiamenti di superiorità, senza poter vedere che è suo figlio a non sentirsi accettato e che il disprezzo per il mondo adulto è un tentativo di riprendere il controllo della situazione cercando di essere lui il primo a rifiutare.

E quando un figlio intavola discussioni senza fine su questioni anche di nessuna rilevanza per la sua vita? Al genitore può sembrare un affronto, che il giovane venga meno agli insegnamenti ricevuti o che egli stesso sia venuto meno al suo ruolo, che non abbia saputo trasmettere i valori in cui crede. Può provare sentimenti di fallimento mentre suo figlio sta piuttosto “esercitando” una sua individualità utilizzando opinioni che probabilmente condivide poco, ma che in quel momento hanno il pregio di essere diverse da quelle familiari. E quando il figlio si chiude nel silenzio? Il genitore può sentirsi rifiutato come padre o come madre mentre suo figlio sta cercando uno spazio personale, oppure sta elaborando un dispiacere che si vergogna di raccontare ai genitori.
Queste sono solo alcune delle incomprensioni che si possono creare.

Quando un messaggio colpisce duramente è forse utile chiedersi: quel comportamento o quell’atteggiamento, che significato hanno per il o la giovane in quel momento della sua crescita, al di là dei sentimenti che possono stimolare nei genitori.