Disagio esistenziale

disagio esistenziale

Disagio esistenziale

Sono disagi esistenziali quelli che nascono dai perché della vita, dalle insicurezze, dalle delusioni e dalle insoddisfazioni che si generano nel confronto con gli altri individui e con una società sempre più complicata e sempre meno attenta ai bisogni del singolo.

Si parla di disagio esistenziale quando la sofferenza percepita non rientra in alcun modo nei quadri problematici ma la persona ha l’impressione di non perseguire appieno i propri obiettivi che anzi sembrano allontanarsi e percepisce facilmente sentimenti di vuoto, solitudine e inutilità.

La consulenza psicologica avviene attraverso una serie di colloquio della durata di un’ora circa e in genere si risolve in un numero limitato di incontri (3/6 incontri).

Problematiche adolescenziali

Problematiche adolescenziali

Problematiche adolescenziali

Ci sono aspetti di sensibilità e vulnerabilità che accomunano gli adolescenti che sono  legati ai cambiamenti profondi e veloci che avvengono in questa fase.

Il cambiamento corporeo lo sviluppo del pensiero astratto, Il cambiamento di atteggiamento nei confronti della realtà e la sua relativizzazione, la separazione dalle figure genitoriali, sono i passaggi cruciali del percorso adolescenziale che avvengono non senza difficoltà.

Essere adolescenti significa trovarsi in uno stato di generale sensibilità e vulnerabilità in cui il giudizio, la considerazione e il riconoscimento da parte degli altri assumono un’importanza particolare. L’insicurezza e la vergogna sono sentimenti all’ordine del giorno.

E’ tra questi temi, che attraversano trasversalmente questa fase di crescita, che si orienta l’individuo adolescente. E’ per questo che l’adolescenza è considerata la fase di sviluppo più a rischio per lo sviluppo di problemi psicopatologici.

Sostegno alla genitorialità

Sostegno alla genitorialità

Sostegno alla genitorialità

La genitorialità rappresenta un aspetto rilevante della vita dell’individuo.Essere genitori oggi significa avere  una sensibilità particolare che raggiunge forse il suo apice in concomitanza con l’adolescenza dei figli.

Attualmente il ruolo di genitore, visto alla luce delle più recenti ricerche sull’attaccamento e dei frequenti e veloci cambiamenti sociali, si configura meglio come “base sicura” piuttosto che come educatore che favorisce l’interiorizzazione delle regole, dei valori e dei principi del contesto sociale di appartenenza e questo cambia sensibilmente l’atteggiamento dei genitori di oggi nei confronti dei propri figli, rispetto a genitori di generazioni passate. Gli attuali genitori, si trovano a vivere esperienze nuove rispetto al passato, e soprattutto si trovano più facilmente soli ad affrontare la responsabilità della crescita dei figli.

I nuovi ruoli paterni e materni che si definiscono all’interno della famiglia non implicano semplicemente che i genitori fanno cose diverse da prima, ma che gli attuali ruoli non sono sostenuti da modelli di riferimento con cui identificarsi come invece avveniva in passato. I genitori di oggi risolvono il loro compito provando e riprovando, andando per tentativi ed errori .  Questo non avere punti di riferimento può avere riflessi negativi sul piano dell’identità genitoriale che ne risulta più incerta è sempre pronta a mettersi in discussione di fronte alle difficoltà dei figli soprattutto se adolescenti verso i quali si provano emozioni ambivalenti: orgoglio per le conquiste e l’indipendenza dei figli e nello stesso tempo sofferenza persentirsi esclusi dalla loro vita e la consapevolezza di non poterli più proteggere.

Il sostegno alla genitorialità è un intervento psicologico che accompagna i nuovi genitori.

I percorsi psicologici di sostegno alla genitorialità si prefiggono di supportare i genitori nel loro ruolo, di promuovere la consapevolezza dell’importanza del loro compito e di accrescere e rafforzare le loro competenze educative

Sono rivolti a qualsiasi genitore che voglia migliorare la relazione con i figli, il che in genere porta al miglioramento di tutte le dinamiche familiari.

Dipendenze affettive

Dipendenze affettive

Dipendenze affettive

La dipendenza affettiva è una condizione tale per cui la persona che ne soffre non è in grado di vivere la propria autonomia e  considera le sue relazioni, che siano di coppia o di amicizia o parentali, come fondamentali, uniche e indispensabile, per la propria esistenza.

Nelle relazioni sentimentali accade spesso che la persona dipendente attribuisca all’altro un’importanza tale da annullare se stesso e i propri bisogni, nella convinzione che questo lo preserverà da eventuali distacchi.

La persona affettivamente dipendente sceglie spesso un partner squalificante il cui rapporto giustifica e alimenta il bisogno di dipendenza.

Problematiche relazionali

Problematiche relazionali

Problematiche relazionali

Scarsa autostima, scarse competenze relazionali, immaturità affettiva, dipendenza o scarsa autonomia impediscono di avvicinarsi ai rapporti sociali o comunque di vivere in maniera positiva e soddisfacente le relazioni interpersonali innescando a volte a percorsi progressivi di chiusura affettiva e sociale.

Le relazioni in generale possono essere molto mutevoli, nelle relazioni sentimentali per esempio è fisiologico che si alternino momenti di alti a momenti di bassi. Le difficoltà relazionali possono essere innescate da molti eventi interni o esterni alla coppia: la perdita del lavoro o una malattia, problemi sessuali o infedeltà, difficoltà a condividere i propri stati emotivi con il partner, possono portare ad un’allentamento della reciprocità di coppia e da questa sviluppare incomprensioni che mettono in crisi la solidità del rapporto, quando non portano alla rottura. A volte si è immersi nell’impegno di gestire le difficoltà quotidiane e si sottovalutano gli effetti sul rapporto di coppia. Queste a volte si manifestano attraverso l ‘infedeltà, infedeltà di una volta o di una relazione parallela a quella esistente. Spesso l’infedeltà non porta alla fine del rapporto, è piuttosto l’espressione del disagio di uno o entrambi i partner ed è in questo senso che va interpretato

La paura dell’intimità è un altro aspetto che può riguardare la relazione di coppia, quando il il desiderio di condividere con il partner è ostacolato dal bisogno di rimanere indipendenti. Il mantenimento del’autonomia e dell’individualità nella coppia è un aspetto sano nella relazione, ma se il bisogno di imantenere l’autonomia supera una certa soglia, la distanza emotiva e fisica che ne deriva impedisce la costruzione di una adeguata reciprocità il che può assumere a volte la forma del conflitto.

Alcune persone soffrono di dipendenza affettiva, hanno paura dell’abbandono, non sanno stare da sole, e vivono costantemente il pericolo di essere rifiutate o abbandonate. Per risolvere questo problema a volte scelgono di vivere relazioni sentimentali frustranti o accettano relazioni violente pur di non essere abbandonate o ricercare continuamente partner diversi che compensino il loro bisogno di vicinanza e di centralità.

Problemi nella relazione sono contemporaneamente causa e conseguenza di bassa autostima e insicurezze. Avere maggiore consapevolezza del proprio modo di gestire i rapporti sentimentali, attraverso una psicoterapia o comunque un percorso di apprendimento psicologico, può aiutare a migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri.

Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Disturbi alimentari

Sotto la voce disturbi alimentari rientrano sia i comportamenti di eccesso  che di difetto nelll’assunzione di cibo: difetto nell’anoressia, eccesso nell’obesità, che oscilla tra l’una e l’altra modalità nella bulimia.

La caratteristica principale del comportamento alimentare disturbato è che esso è poco o per niente volontario e consapevole e poco o per niente legato a stimoli di fame e sazietà: il cibo rappresenta molto di più del mero valore nutritivo che apporta e viene usato piuttosto come attività compensatoria o di controllo.

il cibo può diventare veicolo di gestione di frustrazioni che derivano da altre aree, o diventare mezzo di delimitazione degli spazi reciproci all’interno delle relazioni familiari, a volte può rappresentare l’unico argomento di relazione tra genitore e figlio/a.

Nutrirsi troppo o troppo poco ha poi sul piano corporeo quelle conseguenze che vengono messe in rapporto con la possibilità/impossibilità di entrare in relazione con gli altri: amici, partner, con un’inversione totale dei rapporti di causa-effetto: “sono sovrappeso” o “non abbastanza magro per propormi agli altri”, “mi sento inadeguato”.

I sentimenti di inadeguatezza vengono attribuiti all’immagine corporea, piuttosto che alle proprie insicurezze personali.

In altri casi non è l’immagine corporea a frenare, ma le proprie competenze relazionali. L’individuo ha l’impressione di non sapersi muovere in mezzo agli altri, di non conoscere le regole che sono alla base degli scambi sociali e che queste non si possano apprendere. Si ha l’impressione di potersi proporre solo se si soddisfano determinati standard di prestazione.